“La principale utilità delle previsioni economiche consiste nel far apparire rispettabile l’astrologia.” John Kenneth Galbraith, economista In qualunque campo dello scibile umano, i cosiddetti esperti in genere amano fare previsioni.
Anche se, per ogni standard statistico, l’output dell’attività di previsione è di solito terribile. Nonostante i previsori siano spesso persone di elevata cultura e dotate di istruzione specifica, difficilmente le previsioni si rivelano migliori di quelle totalmente casuali prodotte da una scimmia.
Ciò vale a maggior ragione quando si parla di mercati finanziari e di tassi di cambio. Il motivo è che si ha di fronte un sistema complesso (in senso stretto, proprio come l’atmosfera terrestre) e dunque instabile, dominati dal “rumore”, cioè dal caso. News e dati si susseguono e s’accavallano velocemente, cambiando le circostanze e impattando sulle opinioni delle persone, che muovono i prezzi, ri-alimentando il ciclo. Le previsioni effettuate in simili condizioni sono, come si può facilmente intuire, molto difficili.
Detto questo guardiamo alle previsioni delle principali banche d’affari e case d’investimento su alcune valute di particolare interesse per le aziende italiane che operano con l’estero e si trovano a gestire flussi di cassa in divisa: il dollaro USA, quello australiano e quello canadese.
Per offrire una panoramica di più ampio respiro, ho aggregato le differenti previsioni dei principali operatori utilizzando una strumentazione statistica (la stima delle distribuzioni di probabilità con una funzione “Kernel”- per capire di che si tratta si rinvia a http://en.wikipedia.org/wiki/Kernel_density_estimation) che consente, fra l’altro, di migliorare la qualità dell’output finale.
Per ogni mercato considerato, è il grafico riporta sull’asse orizzontale i possibili valori futuri, mentre su quello verticale una misura della probabilità di accadimento. Nel far ciò si considera l’incertezza delle previsioni: si ha una gamma di possibili risultati, valutati in modo probabilistico.
Vediamo quindi i grafici per le tre divise in questione.
Dollaro Australiano