Le attività imprenditoriali cambiano molto a seconda del Paese in cui si opera. Commercializzare utilizzando lingua, cultura e fusi orari diversi complica ulteriormente l’operatività. Uno degli aspetti più delicati dell’internazionalizzazione è l’utilizzo di più valute. Il tasso di cambio (detto anche valuta o divisa) è il valore relativo di una valuta rispetto alla valuta di un altro Paese. E’ un valore che dipende dagli interscambi tra i Paesi ed è determinato dalla domanda e dall’offerta di valuta. I tassi di cambio hanno un ruolo fondamentale nella vita di un’impresa, le fluttuazioni delle quotazioni possono avere un impatto importante sui bilanci. Il valore delle valute determina le entrate di cassa ricevute dalle esportazioni e le uscite di cassa, necessarie per pagare le importazioni.
I tassi di cambio sono probabilmente le variabili economiche più seguite e analizzate. Tuttavia generare una previsione di qualità sulle valute non è certo un compito facile. Fare previsioni accurate è difficile. Dunque è fondamentale comprendere e capire i fattori determinanti dei valori delle valute nel medio-lungo termine. Qui di seguito forniremo una panoramica dei cinque fattori chiave che influiscono sulle quotazioni dei tassi di cambio.
1. LE CONDIZIONI POLITICHE E ECONOMICHE
Le economie sono legate tra loro da scambi e da flussi internazionali di capitali. Le condizioni economiche di un Paese (es. performance di crescita, bilancia dei pagamenti, deficit commerciale, ecc) modificano il valore della valuta.
1.1 Import/Export
Se l’export di un Paese aumenta in misura superiore rispetto all’import, ne conseguirà un aumento delle entrate da esportazioni e un aumento della domanda della valuta nazionale che a sua volta porterà alla conseguente crescita del valore della valuta stessa (apprezzamento). Se invece al contrario, l’export cresce a un tasso inferiore rispetto all’import, il valore della valuta diminuirà rispetto a quella dei partner commerciali (deprezzamento). Se un Paese ha un deficit commerciale (import superiore all’export), è necessario l’intervento di investitori stranieri per finanziare lo squilibrio.
1.2 Flussi di investimento
I capitali esteri apprezzano i Paesi con un contesto favorevole agli investimenti. Un Paese con buone performance di crescita riceverà flussi di capitali provenienti da quei Paesi con peggiori condizioni di natura economica e politica. Inoltre, un sistema politico instabile può causare la perdita di fiducia nella valuta nazionale, generando un flusso di capitali in uscita, verso le valute dei Paesi più stabili. L’effetto sulle valute delle differenze di crescita tra Paesi non è univoco. Quando un Paese cresce più velocemente rispetto ad altri, tende ad avere un alto tasso di import per sostenere lo sviluppo. Il fenomeno genera l’incremento della domanda di valuta estera, se la crescita delle esportazioni è inferiore rispetto a quello delle importazioni. In generale, un surplus commerciale in aumento accresce la domanda di moneta del Paese e il suo conseguente apprezzamento. Al contrario, il disavanzo commerciale indebolisce la valuta (deprezzamento).
1.3 La domanda interna
Una debole crescita economica unita a un alto tasso di disoccupazione fanno contrarre la propensione a investire e riducono la spesa dei consumatori. L’effetto finale è l’indebolimento del valore della moneta di una nazione. Tuttavia, a volte, è vero il contrario. La moneta deprezzata è in grado di stimolare le esportazioni, con il conseguente aumento del tasso di occupazione, dei consumi e degli investimenti.
1.4 Il sistema-paese
Tutto ciò che produce incertezza ha effetti negativi sulla valuta. Per quanto riguarda il sistema politico, lotte e turbolenze non rendono la valuta di un Paese attraente per i potenziali investitori. Ad esempio, dall’inizio della crisi Ucraina, il rublo si è deprezzato di oltre il 50%. La conclusione è: un ambiente economico e politico forte è più probabile che attragga investitori esteri. Per operare in un paese gli investitori devono comprarne la valuta, aumentando la domanda e generando il suo conseguente apprezzamento.
2. LA POLITICA MONETARIA
La politica delle banche centrali conduce all’aumento o alla diminuzione del tasso di interesse di riferimento (cioè il costo del denaro della valuta nazionale). La scelta può essere dettata da motivi diversi, per esempio come forma di protezione contro l’inflazione o contro la deflazione, o, più in generale, per mantenere l’economia sana e in crescita. Se un Paese decide improvvisamente di passare a una politica monetaria espansiva, due sono i principali effetti:
- calo dei tassi di interesse reali;
- accelerazione dell’inflazione.
Entrambe le conseguenze portano al deprezzamento della valuta. Nel caso contrario, a seguito di una politica monetaria restrittiva, ci sarà invece l’apprezzamento della valuta. Per fare un caso concreto e recente (novembre 2014) si pensi allo yen giapponese: si è deprezzato rispetto a tutte le principali valute estere, dopo che la Banca del Giappone ha potenziato il suo programma di immissione di liquidità (politica monetaria espansiva).
3. I TASSI DI INTERESSE
I tassi di interesse sono il principale motore di valutazione di una moneta: gli investimenti finanziari sono attratti dalle aspettative di rendimenti alti.
Se gli investitori si aspettano che i tassi di interesse reali di un certo Paese sono destinati ad aumentare, ne acquistano le relative attività finanziarie. Rendimenti elevati stimolano gli investitori all’acquisto di obbligazioni e strumenti finanziari legati alle variazioni dei tassi di interesse, come per esempio i depositi di conto corrente. Come conseguenza, la moneta del Paese si apprezza. Il rapporto contrario vale nel caso di tassi di interesse in diminuzione: rendimenti più bassi tendono a deprezzare i tassi di cambio.
Il differenziale di tasso di interesse tra i Paesi riflette le differenze in termini di crescita economica, di politica monetaria e di politica fiscale. Le differenze tra i tassi risultano in un premio o in uno sconto: il Paese più debole ha rendimenti più elevati. Questo è vero per tassi di interesse in condizioni “normali”. Ma se i rendimenti sono alle stelle, come per esempio in conseguenza di livelli di debito elevati, il risultato è che si genera un’instabilità monetaria. Gli investitori stranieri potrebbero sospendere le proprie attività nel Paese e ritirare il loro denaro, causando un rapido deprezzamento dei tassi di cambio.
4. IL TASSO DI INFLAZIONE
Un alto tasso di inflazione equivale a una diminuzione del potere di acquisto e quindi a un deprezzamento della valuta. Inoltre, quando l’inflazione è prevista in aumento, la banca centrale potrebbe attuare una politica monetaria restrittiva e aumentare i tassi di interesse, come strumento deflattivo. Ma è anche vero che i Paesi con un’inflazione molto elevata in genere subiscono il deprezzamento della valuta rispetto ai loro partner commerciali.
5. IL DEBITO PUBBLICO
Solitamente gli investitori preferiscono limitare gli investimenti in attività rischiose. Un debito pubblico elevato può essere preoccupante per gli investitori esteri, per esempio se si genera il timore del fallimento del Paese. Quindi venderanno le obbligazioni nella valuta del Paese ad alto rischio di default. La conseguenza dell’aumento di offerta di quella valuta porterà a un crollo del suo valore. Valute con un basso rischio sono molto più apprezzate della valuta ad alto rischio.
Per riassumere vediamo nell’immagine che segue: perché una valuta si apprezza?
6. CONCLUSIONI
Comprendere i mercati finanziari internazionali è fondamentale non solo per le grandi aziende multinazionali, ma anche per quelle imprese di dimensioni inferiori che comunque operano vendendo o acquistando sui mercati esteri.
Quando i manager finanziari elaborano previsioni di budget per le loro imprese, devono individuare l’impatto potenziale dei fattori determinanti delle valute sui flussi di cassa.
Infatti, tali fattori influiscono sui tassi di cambio e condizionano il valore attuale dei flussi di cassa futuri, da ricevere o da pagare. L’ambiente multi-valuta è una realtà complessa. Dunque è utile iniziare a partire da operazioni di monitoraggio delle diverse monete, al fine di determinare in che modo l’azienda è esposta alle fluttuazioni dei cambi. Quindi occorrerà decidere se e come proteggersi da tale esposizione.
Autori: Laura Oliva e Raffaele Zenti