La telefonia si compatta: Joint venture paritetica per Wind e 3.
La febbre da fusioni-acquisizioni ha contagiato anche l’Italia. Wind e Tre volano a nozze: Il più atteso matrimonio del campo della telefonia è stato ufficializzato il 6 Agosto suscitando immediato scalpore, soprattutto per la cospicua dote che entrambi gli “sposi” hanno apportato all’unione. Si tratta di 6,4 miliardi di ricavi che le due società hanno ottenuto nel 2014, più 700 milioni di euro di sinergie conseguibili entro i prossimi tre anni. Tuttavia sono le dimensioni del nuovo colosso a spaventare i concorrenti: Hutchison 3G Italy Investments, così si chiamerà la nuova società, diventerà il primo operatore italiano sul mercato delle prepagate con una quota del 37% (contro il 31,5% ciascuno di Tim e Vodafone) e il secondo nel settore degli abbonamenti con il 27,4% del mercato, nonché il quarto operatore a livello europeo.
Insomma le premesse per un ottima vita coniugale ci sono tutte.
Il perfezionamento dell’operazione richiederà ancora 12 mesi per ottenere il via libera degli organi di controllo, tra cui L’antitrust europeo, ma dopo questo ultimo scoglio potrà partire il conto alla rovescia in attesa del primo fruttuoso dividendo, previsto in distribuzione già per la fine del terzo anno di vita della società. Allo stesso modo si stima che circa il 90% delle sinergie verrà conseguito entro tale data.
La soddisfazione dei relativi player è trapelata nelle dichiarazioni rilasciate dai principali azionisti delle due società. Wind telecomunicazioni fa capo a Vimpelcom, con azionista primario Alpha Group del miliardario Russo Mikhail Fridaman. La joint venture permetterà a Vimpelcom di godere una certa solidità finanziaria che le mancava da tempo. 3 Italia è sotto il controllo della multinazionale Hutchison Wampoa di sede a Hong Kong.
Nessuna operazione-cannibalizzazione, ma una divisione paritetica dei ruoli che si riflette nell’assegnazione a Maximo Ibarra (attuale CEO di Wind) della guida della nuova società, direzione finanziaria a Stefano Invernizzi (attuale CFO di Tre Italia) mentre Vincenzo Novari (AD di Tre Italia) ricoprirà la posizione di consulent advisor per il mercato italiano di CK Hutchinson.
Distribuzione equilibrata anche all’interno del Consiglio di Amministrazione composto da sei consiglieri, tre nominati da ciascuna società, mentre il Presidente, dotato di ampi poteri strategici, ruoterà in carica ogni 18 mesi. Hutchison 3G Italia avrà anche una doppia sede, Roma-Milano.
La più grossa operazione di M&A in Italia dal 2007 ma soprattutto una svolta decisiva per il settore delle telecomunicazioni, soggetto da alcuni mesi a un intenso processo di concentrazione globale.
Ma cosa significa fusione in un ambito così effervescente e dinamico come quello della tecnologia?
Prima di tutto razionalizzazione delle infrastrutture di rete e dei sistemi distributivi che permetterà di realizzare forti economia di scala, liberando capitale per nuovi investimenti. Inoltre una riduzione dei prezzi per i consumatori. Negli ultimi 10 anni si è già assistito a una progressiva diminuzione del 15,8% dei costi dei servizi di telefonia. Tuttavia l’auspicato calo dei prezzi non deve compromettere gli standard qualitativi. Le due compagnie leader nel low cost hanno incassato negli ultimi anni numerose lamentele e uno basso grado di soddisfazione da parte degli utenti, secondo l’Unione Nazionale dei Consumatori.
Si tratta perciò di sfruttare la joint venture come occasione di ristrutturazione interna, dei progetti e dell’offerta per valorizzare al meglio il potenziale latente di leadership.