Search: Google vs Yandex

Marta Fracas Aziende

La partita a “Risiko” tra i due Motori di Ricerca continua
Una certa aria tesa si respirava già da un mese fa, quando il Federal Antimonopoly Service (FAS) si era ufficialmente pronunciato contro Google, preannunciando cattive notizie all’orizzonte.
La storia inizia a Febbraio 2015. L’organismo antitrust russo raccoglie le accuse mosse dal più popolare motore di ricerca del Paese, Yandex, che lamenta una concorrenza sleale di Google causata dalla sua tendenza a “monopolizzare” le applicazioni preinstallate sui dispositivi mobili e il rispettivo motore di ricerca.
In realtà Big G ha iniziato a diventare una seria minaccia per Yandex.

Eppure il mercato russo si è dimostrato finora difficilmente penetrabile dalla concorrenza internazionale semplicemente per una questione linguistica. Solo il 7% dei russi sa l’inglese e appena l’1% di questi è in grado di usarlo per navigare su Internet. Risulta quindi evidente il vantaggio di Mr. Yandex e connazionali.
“Yashi”, come viene affettuosamente chiamato dagli users, può anche vantare un anno di anzianità in più rispetto a Google. Nato nel 1997, Yandex è stato per molto tempo l’unico motore di ricerca con alfabeto cirillico e considerando che ben 15 Paesi nel Mondo parlano questa lingua si può comprendere quanto sia radicato su questa fetta di mercato. Nel 2006 Google ha introdotto l’opzione della lingua russa lanciandosi prepotentemente in una miniera d’oro da dover condividere con un solo avversario.
La quota di mercato dell’azienda americana in Russia ha iniziato a lievitare (da un 27% di users del Gennaio 2014 a un 35% attuale) mentre il rivale russo perdeva gradualmente il proprio dominio, scivolando da 62% a 57% di users.

Come invertire il trend? Ebbene la sentenza emessa dal FAS qualche giorno fa potrebbe rappresentare un ostacolo non indifferente per lo sviluppo futuro della società californiana sul mercato russo, proprio mentre i dispositivi Android toccavano un picco di popolarità nella Regione.
BigG dispone di un mese (fino a circa il 18 di Novembre) per modificare gli accordi con i produttori affinché le icone delle applicazioni Google non si trovino più sulla schermata principale, nonché per escludere le clausole anticoncorrenziali che finora apposte, consentendo anche ad altri concorrenti di preinstallare applicazioni.
La risposta di Google non si è fatta attendere “Gli utilizzatori possono usare Android con o senza le applicazioni Google – e i consumatori sono totalmente liberi di usare applicazioni concorrenti”. Sarà vero ma i fatti testimoniano il cambio di approccio assunto da Dicembre scorso dal Gigante americano con i propri dispositivi Android, monopolizzati dalle App “di casa”.

Tuttavia questo match se l’è aggiudicato Yandex: “Crediamo che la decisione della FAS servirà a ristabilire la concorrenza sul mercato”. Ma che questo auspicio sia effettivamente sincero e non d’interesse non è dato sapersi.
Chi deciderà ora quale motore di ricerca e applicazioni installare sui dispositivi? Semplicemente varrà la regola della migliore offerta, ovvero le aziende desiderose di preinstallare le proprie applicazioni dovranno accordarsi direttamente con i produttori di smartphones e tablets, offrendo i termini migliori.

Intanto Yandex si gode l’euforia del momento collezionando nuovi successi: E’ andato in porto l’accordo con Microsoft Corp. che permetterà a Yandex di diventare il motore di ricerca di default per il Sistema Operativo Windows 10 in Paesi tra cui Russia, Turchia e Ucraina. Terry Myerson, Vice Presidente esecutivo di Microsoft, ha giustificato tale scelta richiamando quanto è già stato accordato il mese scorso con Baidu Inc. per la Cina: “We are committed to delivering a Windows 10 experience that our customers around the world will love – one of the ways we will do this is through locally relevant experiences.”

Questo rimane il principale vantaggio di Yandex su Google: l’offerta differenziata per regioni ma soprattutto un orientamento pertinace all’innovazione come recita il motto che troneggia nel suo quartier generale:

“Tutto quello che facciamo oggi, avremmo già potuto farlo ieri”.

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