Prevedere lo scandalo Volkswagen: era possibile?

Marta Fracas Aziende Leave a Comment

Serviva davvero la sfera di cristallo per prevedere lo scandalo che Volkswagen ha nascosto al Mondo dal 2005 a oggi?
Non si è trattato di un cataclisma naturale dalle cause inspiegabili o di un incidente improvviso che ha preso di sprovvista anche i diretti interessati. Si è trattato di un fatto, la cui macchinazione era in corso da ben 10 anni.

Possibile che gli analisti non siano riusciti a prevedere che qualcosa all’interno del Gruppo di Wolfsburg non andava?
Eppure le reazioni da parte delle maggiori Banche d’investimento hanno lasciato trasparire solo estremo stupore e sconcerto per quanto è avvenuto:

“E’ un incubo per qualsiasi investitore” –(Deutsche Bank);

“Quello che è accaduto va oltre lo scenario peggiore che avevamo prefigurato per VW di -40 miliardi di Euro” (JP Morgan);

“Un gigante nella tempesta…lo scandalo fa paura non solo a VW ma all’intera industria mondiale dell’automobile” (Natixis).
Verrebbe da chiedersi su cosa si basano i giudizi assegnati dalle agenzie di rating alle aziende quotate in Borsa.

Risulta limitativo credere che si attengano solo ai comunicati stampa e alle notizie sull’andamento pubblico di un’azienda. Tuttavia un aspetto di valutazione importante dovrebbe essere quello relativo alla Corporate Governance.

Ebbene era piuttosto risaputo che la situazione interna a Volkswagen non era delle migliori.
Secondo Howard Sherman, Head della Corporate Governance Business di MSCI “Sono sorte alcune preoccupazioni in passato per Volkswagen, perché lo score assegnato alla corporate governance della casa automobilistica oscillava attorno al 28esimo percentile, ciò significa che era inferiore del 72% rispetto alle altre aziende globali”. Il punteggio MSCI di VW risulta in calo dal 2014 a causa di “un management e un consiglio di amministrazione piuttosto tumultuosi”.
Le vicende relative allo scorso aprile di pubblico dissenso tra Ferdinand Piȅch e Martin Winterkorn, culminate con le dimissioni di Piȅch, non potevano non suscitare perplessità per quella battaglia interna di potere, che forse necessitava di un approfondimento da parte degli analisti.

Tuttavia qualcuno si era accorto che l’affidabile immagine pubblica creata dal Gruppo di Wolfsburg ritraeva più un’efficace maschera che una limpida rappresentazione delle dinamiche interne a VW. Secondo Vigeo, un’Agenzia francese che fornisce analisi sulla Corporate responsability agli investitori, VW dava segni di scarse performance gestionali già prima dello scandalo. La casa automobilistica otteneva un mediocre punteggio di 48 su 100 fino a due settimane fa, performance decisamente inferiore rispetto ai competitor. “Questo rifletteva le ripetute accuse di corruzione serpeggianti negli ultimi 10 anni”.

Le dissonanze fra rating finanziario e rating di responsabilità potevano suscitare più di un dubbio, ma forse il problema è alla radice: ai due tipi di valutazione non è ancora attribuita uguale attenzione e importanza.
Questa vicenda dimostra quanto sia fondamentale integrare gli ESG Factors (Enviromental, Social and Governance) per disporre di un quadro esauriente e veritiero su una realtà aziendale.

Attenzione. Alcuni rating sulla Social Responsability del Gruppo tedesco dipingevano persino un quadro piuttosto roseo sull’andamento della società.

Dow Jones non ha mancato di inserirla lo scorso 10 settembre tra le aziende leader del Dow Jones SustainabilityIndex, con un punteggio di 91 sui 100 punti assegnabili. Lo stesso Winterkorn aveva manifestato il proprio compiacimento asserendo” the award was evidence the group was on its way to being the “world’s most sustainable automaker.” Da precisare che VW è stata appena tagliata fuori dalle aziende comprese nell’indice.

Attualmente non è necessario aggiungere ulteriori considerazioni sullo stato odierno del valore del titolo: -2,4% all’apertura sulla Borsa di Francoforte stamattina.
Come ha scritto Merrill Lynch: “E’ ancora presto per scorgere la luce alla fine del tunnel”.

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