I mercati valutari si stanno innervosendo. Il nervosismo è indice di incertezza, gli operatori finanziari hanno meno chiaro quale è lo scenario di riferimento. L’indicatore che meglio riassume questa situazione è la volatilità. Quando la volatilità aumenta, aumentano i rischi.
L’indice JPMorgan Global FX Volatility è considerato il termometro della propensione ad oscillare dei rapporti di cambio globali ed è cresciuto del +34% nell’ultimo trimestre.
L’indice JPMorgan Global FX Volatility è un aggregato delle volatilità implicite delle opzioni su cambi relativi alle principali divise dei paesi sviluppati ed emergenti.
Da questa estate, la volatilità sui mercati valutari è quasi raddoppiata. L’indice si sta avvicinando al 10% (valore sostanzialmente in linea con la media storica di lungo termine), dopo un anno, il 2014, nel quale ha toccato i minimi degli ultimi 25 anni.
Questo aumento della volatilità significa quindi che gli operatori nei mercati valutari sono diventati più prudenti e molti cercano protezione dalle brusche potenziali oscillazioni delle divise acquistando opzioni: ciò ne fa aumentare il prezzo e, di conseguenza, la volatilità implicita, che cresce in funzione del prezzo dell’opzione.
Le motivazioni dietro questo fenomeno sono molte, le principali sono:
1) La guerra fredda in corso con la Russia
La crisi in corso tra Russia e Ucraina, oltre che sul rublo, impatta sul prezzo del petrolio e di altre materie prime.
2) La politica monetaria della FED
Le possibili conseguenze del Tapering della FED, ovvero l’inizio della politica restrittiva, genera un’ondata d’incertezza sulle prospettive dei paesi emergenti e delle relative divise.
3) Crisi nell’Eurozona
A tutto ciò si aggiungono i rischi latenti presenti nell’eurozona (che causano nervosismo appena accennano a manifestarsi, come accade in questi giorni con le notizie politiche provenienti dalla Grecia) e quelli legati al successo della politica monetaria in Giappone.
Tutto ciò è in grado di giustificare la crescita della volatilità sui mercati valutari alla quale abbiamo assistito. E ne rende possibile un’ulteriore aumento.
Ci aspettiamo un aumento del rischio volatilità nei prossimi mesi a seguito delle importanti incertezze circa le politiche monetarie delle banche centrali e soprattutto a causa della mancanza di riforme strutturali dei paesi in difficoltà che tendono a utilizzare la svalutazione della moneta come unico stimolo alla crescita.
Un maggiore rischio volatilità comporta un aumento dei prezzi delle opzioni sulle valute. Quindi un vantaggio per chi ha intenzione di vendere opzioni. Mentre per chi ha in programma delle coperture dai rischi valutari è in vista un considerevole aumento dei costi di acquisto da valutare con attenzione.