I cambiamenti dell’economia mondiale hanno implicazioni drammatiche per la gestione degli affari delle imprese. Il recente forte rallentamento della Russia e la debolezza del rublo hanno portato la casa automobilistica tedesca Volkswagen ad annunciare un ridimensionamento degli impianti russi a causa della persistente debolezza della domanda e delle scarse probabilità di un rapido miglioramento. General Motors ha annunciato la chiusura della sua fabbrica di automobili di San Pietroburgo. Le vendite di automobili in Russia sono scese del 38% su base annua. Le agenzie di rating Moody’s e S&P hanno declassato il rating del debito della Russia a livello di spazzatura. Le aziende sono obbligate a valutare costantemente le condizioni economiche dei Paesi in cui già operano o dove vorrebbero investire.
IL PRESENTE
Tre principali sviluppi hanno plasmato le prospettive economiche.
1) Il calo dei prezzi del petrolio
Il prezzo del petrolio in dollari è sceso del 73% da giugno 2014. Il calo del petrolio è dovuto alla debolezza economica dei mercati emergenti e alla decisione dell’OPEC (Organization of the Pe- troleum Exporting Countries) di mantenere inalterato il livello di produzione nonostante l’aumento della produzione statunitense.
2) La perdita di valore del Rublo
Gli Stati Uniti e l’UE hanno imposto sanzioni a seguito all’annessione voluta dal presidente Vladimir Putin della Crimea dall’Ucraina, bloccando i finanziamenti esteri a favore delle aziende russe nei mercati obbligazionari internazionali e frenando gli investimenti in rubli sui mercati dei capitali.
A metà dello scorso dicembre, quando il rublo era al livello più basso rispetto al dollaro statunitense, con 100.000 rubli si ottenevano circa $ 1.370. Oggi 100.000 Rubli equivalgono a circa $ 1.996, lontano dai livelli di prezzo dei primi mesi dello scorso anno, quando il rublo valeva più del doppio.
Il deprezzamento del rublo è strettamente legato al prezzo del petrolio, il valore del rublo rispetto al dollaro statunitense segue la diminuzione del prezzo del petrolio.
3) I tassi di interesse a livelli record
La Banca centrale russa ha alzato il tasso di riferimento per sei volte dal marzo 2014. Nel dicembre 2014 la banca ha portato il tasso di interesse chiave dal 10,5% al 17% nel tentativo di puntellare il rublo indebolito e di combattere l’inflazione che si attesta al 16,7% secondo i dati ufficiali. Dal mese di marzo 2015 la banca centrale ha invertito la politica e ha tagliato il tasso di riferimento portandolo al 12,5%. Finanziarsi in Russia oggi è molto costoso, ad esempio, il tasso chiesto per i prestiti-auto è salito a livelli al di sopra del 20%.
UN PO’ DI STORIA
Dopo lo scioglimento dell’ex Unione Sovietica, nel 1991 la Russia ha avuto problemi a governare l’economia. Il governo ha imposto numerosi controlli sul mercato dei cambi come la fissazione di un elevato tasso di cambio fisso tra il rublo e le altre valute estere. Nel 1997 la combinazione dovuta al calo dei prezzi delle materie prime (petrolio, oro, legno) e all’aumento crescente del debito pubblico ha sollevato dubbi sulla capacità di rimborsare il debito estero. Gli investitori stranieri hanno cominciato a trasferire denaro dalla Russia e il rublo si è rapidamente svalutato. Nonostante l’aumento dei tassi di interesse, che ha raggiunto il 150%, il governo non è riuscito a convincere gli investitori e il rublo ha subito un forte calo. L’inflazione nel 1998 ha raggiunto l’84% e molte banche sono state chiuse.
La Banca centrale spese gran parte delle sue riserve estere in difesa della valuta e non riuscì ad adempiere alle obbligazioni estere. La crisi terminò col recupero dei prezzi del petrolio, che salirono rapidamente nel periodo 1999-2000.
È IL MOMENTO DI INVESTIRE?
Il Fondo Monetario Internazionale afferma che le prospettive economiche in Russia sono deboli. La previsione del FMI riflette l’impatto economico del calo del prezzo del petrolio e le tensioni geopolitiche. Le aspettative per la Russia sono state riviste al -3% per l’anno 2015 e al -1% per il 2016.
Il rischio geopolitico è tornato ed è forte. Nei primi mesi del 2015 il conflitto politico tra le grandi potenze mondiali è alto più che in qualsiasi altro momento dalla fine della guerra fredda.
La rottura dei rapporti con gli Stati Uniti, le sanzioni occidentali, il basso prezzo del petrolio, la stagnazione economica e il capitombolo del rublo stanno indebolendo la Russia dal punto di vista economico e finanziario.
L’economia russa dipende in larga misura dall’energia (i ricavi derivanti dall’esportazione di petrolio rappresentano circa il 60% del totale) e quindi è alta la vulnerabilità agli shock del prezzo del petrolio. La posizione di liquidità delle banche nazionali è erosa da ritiri di depositi e le sanzioni occidentali non consentono il soccorso da parte delle banche estere con nuovo debito. Pertanto, il rischio di fuga di capitali appare serio.
Inoltre il deprezzamento del rublo mette sotto pressione i debiti denominati in valuta estere delle grandi imprese russe.
Tuttavia il Paese ha diversi punti di forza:
• abbondanti risorse naturali (in particolare petrolio e gas);
• basso debito pubblico (il rapporto debito pubblico / PIL è attualmente al 7,9%);
• un track record di surplus delle partite correnti (per gli ultimi 15 anni, compreso l’anno di crisi 2009), sosterrà i pagamenti esteri nonostante il prezzo del petrolio più basso;
• riserve valutarie solide (USD 478,000 milioni a giugno 2014).
CONCLUSIONI
A causa del deterioramento del rapporto con i partner occidentali, la Russia potrebbe accelerare il suo riorientamento economico e strategico verso la Cina e implementare la cooperazione sulle strutture di sicurezza e i sistemi finanziari che non comprendono le istituzioni occidentali.
Con grande probabilità la Russia sarà una fonte di rischio finanziario a livello globale ancora per tutto il 2015.
Da un punto di vista aziendale, occorre considerare con attenzione i segni di svolta. In questo momento le difficoltà finanziarie in Russia sono evidenti e potrebbero emergere interessanti opportunità a chi volesse investire nel mercato russo. Il rublo è a sconto ed è una opportunità che non si ripresenterà qualora il prezzo del petrolio tornasse a livelli soddisfacenti (il Brent sopra i 70 USD).
Autori: Laura Oliva e Raffaele Zenti