Che l’euro tenda naturalmente ad apprezzarsi e’ un fatto ormai conosciuto, e dipende essenzialmente dalla sua bilancia dei pagamenti, che resta in attivo nonostante ci siano deflussi ingenti sui mercati finanziari.
Si può quindi dire che l’euro è una valuta forte, in una zona valutaria imperfetta, dove i paesi che compongono questa zona non hanno ancora raggiunto la completa integrazione fiscale e politica.
In questi giorni sono stati comunicati i dati della bilancia dei pagamenti per il mese di agosto che hanno segalato un surplus in calo da 25.6 bn a 17.7 miliardi di euro.
Nonostante ciò, i flussi di investimenti di portafoglio ed i flussi diretti di investimento hanno registrato un deflusso netto di 32.6 bn di euro.
Il dettaglio dei flussi di portafoglio indica che il deflusso netto e’ pari a 49.6 miliardi di euro di cui gli investitori della zona euro ne hanno venduto 20.4 miliardi mentre gli investitori stranieri ne hanno venduto 29.2 miliardi. I flussi degli investitori stranieri non hanno un grande impatto sul tasso di cambio poiché la percentuale di copertura dal rischio di cambio e’ stata importante.
La chiusura delle operazioni di copertura dal rischio di cambio da parte degli investitori stranieri ha avuto un impatto importante sulle valutazioni esterne dall’euro determinando il miglioramento dell’euro.
I dati sostengono, ancora una volta, l’idea che l’avversione al rischio vista in questi ultimi mesi ha ridotto gli investimenti in titoli esteri da parte degli europei.
La riunione della BCE di oggi dovrebbe continuare a segnalare una fase “dovish”* della banca centrale e non decidere nessuna nuova azione immediata.
Gli indicatori riguardati l’inflazione continuano a segnalare un momento negativo nella zona euro con i dati sui prezzi alla produzione industriale tedeschi che hanno messo a segno un calo del 2.1% su base annua, mentre uno degli esponenti della BCE, Mr. Linde ha commentato che il trend di inflazione crea preoccupazione.
I mercati iniziano a scontare che la BCE possa agire sul fronte della riduzione dei tassi sui depositi bancari e con l’ampliamento della fase di QE, ma se come attendo la BCE dovesse rimandare queste iniziative al mese di dicembre, l’euro potrebbe estendere il suo momento correttivo verso quota 1,1700.
Anche una conferenza stampa assolutamente “dovish” mi sembra scontata.
Il mese di dicembre sembra essere maggiormente opportuno per prendere decisioni di questo genere, in primo luogo perché lo staff economico della BCE comunicherà le nuove previsioni e permetterebbe alla banca centrale di muoversi superando gli ostacoli presenti all’interno del direttivo della banca centrale stessa.
Questa fase potrà essere sfruttata al meglio dagli importatori, per impostare nuove coperture per il rischio di cambio ad un tasso di cambio migliore rispetto a quello attuale.
Quindi nel breve termine continueremo a vedere un euro contro dollaro sostenuto (1.1700) mentre nel lungo termine le attese continuano ad essere per un trend dell’euro contro dollaro al ribasso (1.0500).
(*) dovish è un termine utilizzato per indicare una politica monetaria non aggressiva