Euro debole, siete pronti?

Laura Oliva Valute Leave a Comment

Guardando ai sistemi finanziari moderni è evidente che il denaro non ha confini. Il bitcoin, la moneta digitale, è stata accettata dai più grandi investitori istituzionali e le valute emergenti come lo yuan stanno sostituendo il dollaro americano nelle tran-sazioni commerciali mondiali. L’aumento della mobilità internazionale del capitale è a beneficio delle imprese, perché concede loro più strumenti finanziari, ma allo stesso tempo aggiunge complessità.

Occorre considerare strumenti adeguati e spesso innovativi per l’analisi e le scelte strategiche finanziarie.

1. IL PUNTO DI VISTA DI UN’AZIENDA EUROPEA

In Europa l’adozione della moneta unica ha creato un ambiente molto favorevole per le transazioni commerciali tra i paesi aderenti. La crisi ha obbligato la maggior parte delle aziende a rivolgersi ai mercati fuori dall’euro e affrontare i temi relativi alla gestione di ambienti multivalute.

Il grafico che segue mostra che lo scorso anno l’euro si è deprezzato nei confronti del dollaro americano.

Euro:USD eKuota

La perdita di valore dell’euro è stata attribuita alla forza dell’economia statunitense, combinata con la lentezza dei paesi europei nel mettere in atto il necessario rafforzamento delle loro economie. L’economia statunitense è considerata dinamica e flessibile, mentre si ha visione dell’Europa come di una regione con tasse elevate, rigidità del lavoro ed estremamente burocratizzata.

1.1 La volatilità

Lo scorso anno 1.000 USD valevano 750€: oggi sono diventati 890€. Da un lato, l’indebolimento dell’euro è un elemento positivo per gli esportatori. Hanno crediti derivanti da fatture emesse che verranno pagati in valuta forte. Dall’altro invece, è un problema serio per gli importatori. Non sanno esattamente il valore del dollaro che dovranno pagare alla scadenza delle fatture ricevute dai fornitori e se il trend di indebolimento dell’euro continuerà, dovranno pagare un conto superiore ai tassi di cambio odierni.

Una misura di rischio importante usata nei mercati finanziari è la volatilità. È un indicatore che esprime il potenziale di oscillazione dei prezzi. Il rischio (o volatilità) del cambio euro/dollaro misurato nel Grafico che segue con la curva rossa,  è oggi in aumento, ad un ritmo elevato, rispetto allo scorso anno.

Euro dollaro e volatilità eKuota

L’aumento della volatilità del cambio euro/dollaro è un segnale di allarme. Se le quotazioni sui mercati finanziari oscillano molto, aumenta l’incertezza su quello che saranno i prezzi fissati nei giorni successivi. In un mercato dove la volatilità è bassa, i prezzi non hanno grosse oscillazioni e non ci si aspettano variazioni considerevoli nelle quotazioni future. Viceversa, se una determinata azienda ha un pagamento in valuta estera da liquidare entro qualche mese, dato che il cambio euro/dollaro è diventato molto volatile, è conseguentemente aumentato il rischio che il prezzo da pagare alla scadenza sia molto differente da quello di oggi.

1.2 Perché tanta volatilità?

Negli ultimi mesi, la quotazione euro/dollaro (in un solo giorno) ha registrato +/- 2% per tre volte. Il 22 gennaio scorso, l’euro si è indebolito a -3% rispetto al giorno prima. Invece ha guadagnato +2,3% il 18 marzo e +2% il 2 giugno. Nell’arco dell’intero 2014 questo non si era mai verificato. L’elevato livello attuale di volatilità è dovuto principalmente a tre fattori:

1) la difficoltà di comprensione delle conseguenze del match politico tra la Grecia e i paesi dell’Eurozona;

2)  la bassa crescita mondiale;

3)  la politica monetaria disallineata dalle principali banche centrali.

Siamo in presenza di mix di condizioni macroeconomiche esplosive che catturano le tensioni dei mercati finanziari e condizionano le scelte degli operatori, spingendoli a forti oscillazioni dei prezzi in un senso o nell’altro. Infatti, spesso alla volatilità è associato il sentimento della paura: l’indice della volatilità è infatti anche detto “indice della paura”.

2. QUALE SCENARIO PER FINE ANNO?

2.1 Il rapporto euro/dollaro

Un’importante scelta per le imprese è decidere quale tasso di cambio utilizzare nella composizione dei piani aziendali. Al fine di sviluppare gli scenari necessari, eKuota applica il proprio modello, appositamente sviluppato internamente.

Utilizzando gli algoritmi di proprietà di eKuota, è stato creato uno scenario sull’euro/dollaro, alla fine del 2015. Il motore eKuota è un generatore di scenari di tipo statistico ed econometrico.

Il grafico che segue mostra lo scenario per l’euro/dollaro con orizzonti temporali, fino alla fine dell’anno. La figura mostra anche diversi parametri statistici che eKuota ha utilizzato per questo esempio: la media, il 5° e il 95° livello di percentile.

EURUSD_IC

Il dato di partenza del grafico rappresenta il prezzo a pronti del 19 giugno 2015 (1,124). Alla fine della curva gialla troviamo il prezzo massimo: 1,2. Al termine della curva arancione è il prezzo minimo: 0,94. In altre parole lo scenario eKuota a fine anno mostra il cambio euro/dollaro compreso tra un minimo di 0,94 e un massimo di 1,21.

2.2 Un esempio pratico

L’approccio di eKuota è spiegato ora con un esempio focalizzato sugli acquisti in valuta straniera.

Come è possibile calcolare il massimo scostamento rispetto all’obiettivo aziendale?

Ipotizziamo un esempio pratico di rischio di cassa, causato dal rischio di cambio sugli acquisti (materie, prime e/o componenti).

Immaginiamo che il tasso di cambio fissato in sede di redazione del budget annuale, per la fine del 2015, sia di 1.2 Euro/USD.

Qual è il rischio associato alle fluttuazioni del tasso di cambio per gli acquisti pagati in dollari americani?

Nel budget, gli acquisti totali in USD, a dicembre 2015, sono previsti pari a 100.000 USD. Supponiamo che le previsioni di acquisto si verificheranno con certezza. L’ unico rischio è quindi legato alle potenziali fluttuazioni dei tassi di cambio euro/dollaro.

Utilizzando lo scenario eKuota per prevedere gli acquisti tradotti in euro, abbiamo ottenuto una ripartizione delle previsioni di budget a fine anno. Come mostrato nel grafico che segue (Cash Flow@Risk), l’azienda ha un obiettivo di bilancio rappresentato dalla barra verde, mentre la barra rossa rappresenta lo scenario peggiore.

CF@R ITA eKuota

Nella Tabella è invece mostrato l’esatto importo a rischio. Il budget prevede un importo di 89.940€ per gli acquisti in dollari USA, a un tasso di 1,2 (cambio di budget). Nello scenario peggiore mostrato nel grafico, l’azienda può spendere 107.618€ per i suoi acquisti: una differenza di + 29% rispetto alle previsioni di budget!

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Questi dati rappresentano che con il 99% di gradi di confidenza, le fluttuazioni del tasso di cambio euro/dollaro alla fine dell’anno causeranno un deficit di cashflow non superiore a 24.285€.

Usando questi risultati, è possibile valutare se il livello di rischio sul tasso di cambio sia accettabile (o meno). Tale informazione può essere usata per decidere se coprire (o meno) le esposizioni in valuta estera, o in fase di rapporto alla dirigenza o agli azionisti dell’azienda o, ancora, in fase di negoziazione con le banche.

3. CONCLUSIONI

Le stime di Banca d’Italia* dimostrano che le aziende che operano sui mercati internazionali hanno conseguito risultati migliori della media delle aziende italiane, in termini di fatturato e di tenuta dell’occupazione. Per la maggior parte delle cosiddette “imprese manifatturiere internazionalizzate”, riteniamo che un approccio prudente sia quello di destinare tempo e risorse sufficienti per l’analisi della rischiosità del budget finanziario.

Nel contesto attuale c’è una grossa tentazione per i manager di sorvolare i temi critici, derivanti dai mercati finanziari. Ciò può avere senso per le imprese nazionali che non operano sui mercati esteri.

Tuttavia le aziende che operano in un contesto internazionale, non dovrebbero invece scendere a compromessi sulla valutazione dei rischi derivanti dai mercati finanziari, con un adeguato livello di complessità.

In ultima analisi, l’obiettivo di utilizzare uno strumento come quello illustrato di eKuota, è quello di integrare la pianificazione strategica finanziaria esistente, rendendo le proiezioni più solide, in un ambiente che vede aumentare incertezza e volatilità.

La capacità di un’azienda di adattarsi a un ambiente che cambia, è fondamentale per la capacità di sopravvivenza dell’azienda stessa.


 

(*): Questioni di economia e finanza – Le caratteristiche principali dell’internazionalizzazione delle imprese italiane – Paper n.261”, di L.D’Aurizio e R.Cristadoro (Marzo 2015)

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