Le divise dei paesi emergenti sono circa l’11% più care della loro media storica, anche dopo la fuga di capitali avvenuta tra maggio e giugno.
L’indice Barclays delle divise dei Paesi emergenti aggiustato per l’inflazione (sostanzialmente un tasso di cambio reale medio per i Paesi in via di sviluppo) è sceso del 5% circa dal massimo storico di sempre di maggio 2013, dopo che un decennio di crescita economica ha fatto lievitare anche prezzi e costo del lavoro, diminuendo di conseguenza la competitività di questi Paesi.
Il real brasiliano, la rupia indiana e quella indonesiana hanno perso oltre il 10% del loro valore, ai primi segnali della FED di ridurre l’intensità degli acquisti di titoli obbligazionari, il cosiddetto “tapering”.
In aggregato, dunque, i tassi di cambio delle divise emergenti hanno ancora spazio per deprezzarsi nel breve e medio periodo.