Nei primi tre mesi del 2014, in Cina il tasso di crescita del PIL ha mostrato un andamento negativo. Secondo il China National Bureau of Statistics il tasso di crescita è stimato a circa il 7,4% annuo, in diminuzione di 0,3 punti percentuali dal 7,7% registrato a fine 2013.
Al contempo, secondo le stime di Standard & Poor’s, la quantità di indebitamento delle aziende ha continuato a crescere, con particolare riferimento ai settori chiave dell’economia cinese come attrezzature e macchinari, servizi di logistica e trasporto, comparto delle costruzioni ed industria dell’acciaio. Alla fine del 2013, lo stock di debito di aziende non-finanziarie cinesi ha registrato il record massimo pari all’incirca a US$ 12 triliardi (pari a 120% del PIL).
Come si vede in Figura, il credito è quello offerto dal cosiddetto sistema bancario ombra (shadow banking), il credito che non viene garantito dal sistema finanziario ufficiale ma da un insieme di operatori economici di diversa natura.
Alcuni suggeriscono che la crescita del finanziamento alle imprese è una risorsa necessaria alla crescita del PIL. Il problema è che alcune società non finanziarie non sono in grado di raggiungere una buona redditività e di conseguenza non riescono ad adempire alle proprie obbligazioni, finendo per ritrovarsi in una situazione di default.
La banca centrale ha già limitato i prestiti a quei settori dell’economia che presentavano segni di surriscaldamento, compreso per esempio il settore dell’estrazione del carbone. Questo provvedimento ha di fatto favorito lo sviluppo di un sistema di finanziamento alternativo detto “shadow”.
I crediti in sofferenza interessano soprattutto i settori dell’estrazione di carbone e in generale il settore energetico; ma è assai probabile che questo fenomeno tocchi anche altri comparti dell’economia come il mercato delle costruzioni.
La spinta del governo centrale verso l’abbandono del carbone come fonte primaria di energia è molto forte. Al contrario, lo sviluppo del settore delle costruzioni rappresenta uno dei fattori critici di successo dei piani di sviluppo presenti e futuri: l’urbanizzazione è, infatti, un mattone portante delle linee politiche sociali ed economiche del Primo Ministro Li Keqiang.
Queste considerazioni suggeriscono che anche se fallimenti di aziende operati nell’industria del carbone possano essere accettati, lo stesso fenomeno nel comparto edilizio potrebbe alimentare preoccupazioni indesiderate.
In tale contesto, sono alte le aspettative di riforme che riguardano il sistema finanziario locale. Gli operatori privati sperano così essere in grado di raggiungere una crescita organica attraverso una maggior diversificazione dei propri investimenti ed una miglior gestione del debito.
Uno dei maggiori attori del settore costruzioni, Vanke Group, ha dichiarato che la “golden era” è arrivata al capolinea, in quanto la contrazione dei prezzi delle case e i minori fondi messi a disposizione comportano margini bassi e rendimenti in discesa.
Nonostante siano già state implementate alcune misure, il sistema finanziario ha bisogno di un pacchetto importante di riforme: gli interessi di tutti gli investitori saranno catturati dalla loro effettiva realizzazione.
Finanziamenti a lungo termine a tassi di interesse ragionevoli è la richiesta rivolta alle banche cinesi.