Un bond è un’obbligazione, emessa per reperire liquidità. Cioè a dire, l’emittente (azienda od organismo privato) vende il suo debito per cercare finanziamenti. Un mini bond è sostanzialmente uguale, tranne per il fatto che può essere emesso da un’azienda non quotata, la quale si impegna a ripagare il capitale a scadenza e gli interessi periodici.
Quali sono i vantaggi dei mini bond rispetto ai bond “tradizionali”?
1. I requisiti di emissione sono stati allentati.
Non ci sono più limiti di importo, di durata o di condizioni. Tutte le società di capitali – anche se non quotate – possono emettere mini bond. Tuttavia, esistono requisti minimi per le aziende emittenti:
– devono essere SpA;
– devono avere un fatturato superiore a € 2 milioni;
– devono avere un rating;
– il bilancio deve essere certificato da una società di revisione
2. Gli ostacoli fiscali sono stati eliminati.
In precedenza le emissioni erano soggette a imposte alla fonte e gli interessi passivi non erano sempre deducibili.
3.Il collocamento è rivolto a investitori istituzionali (banche, fondi, assicurazioni).
E’ notizia di questi giorni la nascita di ben due fondi istituzionali specializzati per investire in mini bond italiani. Uno promosso da Mediobanca e l’altro da Banca Monte dei Paschi.
Con i mini bond tutte le aziende (seppure con i limiti visti al punto 1) ora hanno un’alternativa al tradizionale canale bancario.
Term sheet di un MINI-BOND:
Durata dei titoli: | Minimo 1 mese |
Importo di emissione: | Nessun limite di importo se quotati |
Ranking: | Se la durata è 60 mesi, sono possibili clausole di subordinazione o di partecipazione agli utili |
Collocamento: | Riservato a investitori qualificati diversi dai soci con più del 2% delle azioni |
Requisiti di bilancio: | Ultimo bilancio revisionato |
Sponsor: | Necessario (Può essere banca o SGR o finanziaria) |
Quotazione | Mercato ExtraMot di Borsa italiana |
Obblighi degli sponsor: | Sottoscrizione di una parte dell’emissione, classificazione del grado di rischio dell’emittente, servizio di liquidità al titolo |
Regime fiscale dei titoli: | Se quotati non sono soggetti a ritenuta alla fonte |
Regime fiscale per l’emittente: | Se quotati, gli interessi passivi sono deducibili fino al 30% dell’Ebitda |
Come è possibile procedere per verificare bene i costi e i tempi?
Il primo passo da fare è individuare un buon sponsor che sappia valorizzare le aziende emittenti e che le accompagni nella presentazione ai futuri investitori istituzionali.
Come già accennato sono nati di recente due fondi istituzionali specializzati nell’investimento di mini bond italiani, ma si prevede che altri ne arriveranno a breve termine.
Sempre di questo ultimo periodo è stata realizzata la prima emissione italiana. CAAR (Consulting Automotive Aerospace Railway), società di engineering piemontese specializzata nei settori automotive, aerospace e railway. CAAR assistita da ADB (http://www.minibond-adb.it) e dalla BCC di Cherasco, ha realizzato una emissione a cinque anni a tasso fisso del 6,5%.
Risultato. Grazie ai mini bond, CAAR ha avuto le risorse finanziarie per nuovi investimenti e per aprire sedi all’estero. Un successo che ha un valore doppio, perché CAAR opera in mercati (automobilistico, aerospaziale e ferroviario) particolarmente difficili e competitivi.
Parafrasando il celebre Ian Fleming: “Mi chiamo Bond. Mini Bond!”.