A Shanghai un germoglio di libero mercato

Marco Luraghi Paesi Leave a Comment

La China (Shanghai) Pilot Free Trade Zone – SPFTZ (Cinese semplificato 中国(上海)自由贸易试验区) è una free trade zone appoggiata dal Primo Ministro Cinese Li Keqiang, ufficialmente approvata il 17 Agosto 2013 ed operativa dal 29 Settembre 2013.

Lo studio pilota copre un’area di approssimativamente 29 chilometri quadrati ed include tre aree: Shanghai, l’aeroporto di Pudong e il porto di Yangshan.

La mission ufficiale della zona è “di promuovere riforme, di esplorare nuovi metodi di sviluppo e accumulare esperienza nell’implementazione di leggi con apertura a 360 gradi”.

I principali obiettivi (molto collegati fra loro) sono:

  • Costruire un mercato eguale per attori locali e stranieri;
  • Migliorare il sistema legale per la tutela degli attori economici;
  • Espandere i termini e i modelli di scambio economico;
  • Apertura nel settore dei servizi.

Da notare che ci sono più di mille attività che sono elencate nella cosiddetta ”Lista nera”, che non hanno alcun tipo di agevolazione qualora espletate all’interno della zona, come per esempio l’accesso libero a siti internet.

Viene riportata di seguito la procedura per l’iscrizione di un’attività all’interno della SPFTZ:

SFTZ.001

 

Data la già alta competitività cinese nel commercio di prodotti manufatti, la maggior parte dei critici indirizza i suggerimenti all’apertura del settore dei servizi, con un particolare interesse per il settore finanziario.

La vera sfida è vedere se questa zona di libero commercio sia volta favorire la competitività di Shanghai e della Cina nel settore dei servizi finanziari.

E’ pratica diffusa per aziende operanti in Cina avere anche uffici amministrativi a Hong Kong; l’adozione di questo meccanismo deriva dalla disputa fra un sistema finanziario affidabile (Hong Kong) e un sistema finanziario in via di sviluppo e controllato (Shanghai).

HK e Shanghai.001

La non-convertibilità della valuta cinese è uno degli ostacoli che limita la competitività di Shanghai all’interno dei mercati finanziari globali.

Perciò la zona rappresenterebbe un terreno di prova per studi pilota, che in futuro potrebbe avere un seguito in altre metropoli cinesi.

Dopo l’approvazione della SPFTZ, altre Amministrazioni Provinciali hanno rivolto attività di lobbying verso l’Amministrazione Centrale di Pechino per ottenere il privilegio di avere una free trade zone; queste province includono Canton (Guangzhou), Chengdu, Hangzhou, Qingdao, Tianjin, Wuhan e Zhejiang.

Ad oggi, l’Amministrazione di Shanghai rimane l’unica realtà che ha ottenuto il privilegio di avere una free trade zone sotto il proprio controllo.

In conclusione, possiamo dire che questa innovazione rappresenta un importante passo in avanti verso una economia di mercato.

Istituzioni finanziarie global e attori di dimensioni inferiori hanno accettato positivamente il lancio della zona aprendo uffici e filiali amministrativi in uno dei territori assoggettati allo statuto speciale.

Questo significa che l’Amministrazione di Shanghai può contare sul supporto di banche e investitori, il dialogo continuo fra questi attori potrebbe influenzare positivamente lo sviluppo di questa iniziativa.

Al contempo però le riforme nella Shanghai Free Trade Zone sono state lentamente implementate e e la “Lista Nera” alimenta dubbi sulla credibilità e la trasparenza dell’iniziativa.

Il futuro di questo esperimento è veramente interessante perché potrebbe cambiare il modo di far business a Shanghai e conseguentemente anche in altre parti della Cina.

La speranza è che non si tratti di un intervento sporadico ma di una serie periodica di riforme e leggi che favoriscano investimenti stranieri e al contempo aiutino gli attori di mercato ad anticipare cambiamenti legislativi futuri.

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